La condotta di “coltivazione non autorizzata” e la sua offensività: risvolti interpretativi in merito ai limiti della cessione e detenzione della c.d. cannabis light
È di tutta attualità il dibattito sulla c.d. cannabis light, in particolare si discute molto in merito alla sua coltivazione e vendita resa possibile per effetto della legge 2 dicembre 2016, n. 242. Proprio per questo, il presente contributo riprendere le argomentazioni svolte dalla Cassazione nella sentenza 22 febbraio 2017, n. 36037, la quale fornisce un utile compendio delle posizioni raggiunte dalla giurisprudenza in riferimento alla condotta di “coltivazione di sostanze” e sua offensività. Tema da collegare alle recenti pronunce (Cass. sez. VI, 17 dicembre 2018, n. 56737; Cass. sez. VI, 31 dicembre 2018, n. 4920 e Cass. sez. III, 15 febbraio 2019, n. 7166) in merito alla problematica citata in apertura dal quale poter desumere, senza presunzione di certezza, fino a che punto possa considerarsi lecita la coltivazione della cannabis sativa L (c.d. cannabis light).
